UNA VITA SENZA RICERCA NON È DEGNA DI ESSERE VISSUTA Socrate La
ricerca, qualsiasi essa sia, porta l’uomo ad evolversi, a comprendere se
stesso, il suo passato, il suo presente e a condizionare il suo futuro. Un
uomo senza ricerca è un uomo morto...dentro. C'è
una atteggiamento benefico che può gratificare la vita di ogni uomo: è
il cercare di renderla straordinaria inseguendo i propri sogni, rincorrendo le proprie passioni, non
accontentandosi mai delle mediocrità. Paolo Crepet - psichiatra
Ciao, mi chiamo Edy e sono l'amministratore di questo spazio web.
Sono un attivo ricercatore
archeologico dilettante con quarantacinque anni di attività alle spalle, una
lunga lista di reperti archeologici recuperati e salvati ed un discreto
curriculum di attività culturali e sociali svolte. Ho sempre creduto che la
migliore cultura sia quella che ognuno si costruisce con le proprie mani
oltre che attraverso le letture, le conferenze, i convegni, e le visite a
mostre, musei, esposizioni. Per questo ormai da tanti anni
mi dedico alla ricerca e al recupero di quelle cose, di quegli oggetti
classificati come patrimonio indisponibile dello stato che si trovano
abbandonati su terreni coltivati, dove il ministero dei beni culturali non
ha interesse ad indagare e la cui raccolta e cura è lasciata alla sola
buona volontà di privati cittadini. Questa disciplina, che il
Ministero definisce con il nome di "Archeologia del paesaggio", in realtà è una branca
dell'archeologia che nessun archeologo pratica, perchè non rende nulla in
termini economici e poco in termini scientifichi. Soltanto una
piccola parte del volontariato
culturale se ne occupa, perdipiù abusivamente e rischiando in proprio,
come unico modo per contrastare un esercito di sciagurati che senza
cognizione di causa depredano gli insediamenti periferici completamente
incustoditi, dell'intero territorio nazionale. Nonostante la severità delle
leggi che regolano i cosiddetti ritrovamenti fortuiti (che nel mio caso,
come quello di altri come me, non hanno proprio nulla del fortuito),
l'idea di fare un'attività culturale pratica così importante per la
comunità mi fa sentire sereno e fiducioso. Sono convinto che prima o poi
qualcuno dovrà riconoscere ufficialmente che questa realtà culturale, da
sempre definita abusiva, oltre che non essere dannosa è socialmente
molto utile e contribuisce degnamente alla salvaguardia di tanta parte
del patrimonio archeologico. Forse qualcuno un giorno troverà
anche il coraggio di dire grazie.
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